martedì 3 marzo 2009

IL CONTO

Una sera, mentre la mamma peparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina con un foglietto in mano. Con aria stranamente ufficiale il bambino porse il pezzo di carta alla mamma che si asciugò le mani con il grembiule e lesse quanto vi era scritto:
Per aver strappato le erbacce dal vialetto: 1 Euro
Per aver riordinato la mia cameretta: 1,50 Euro
Per essere andato a comprare il latte: 0,50 Euro
Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): 3 Euro
Per aver preso due volte "ottimo" a scuola: 2 Euro
Per aver porato fuori l'immondizia tutte le sere: 1 Euro
Totale: 9 Euro
La mamma fissò il figlio negli occhi teneramente. La sua mente si affollò di ricordi. Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse:
Per averti portato in grembo 9 mesi: 0 Euro
Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri malato: 0 Euro
Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: 0 Euro
Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: 0 Euro
Per tutto quello che ti ho insegnato giorno dopo giorno: 0 Euro
Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene e i panini che ti ho preparato: 0Euro
Totale: 0 Euro.
Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio.
Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due lacrimoni fecero capolino nei suoi occhi.
Girò il foglio e sul suo conto scrisse: "Pagato!"
Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.

Quando nei rapporti personali e familiari si cominciano a fare i conti, è tutto finito.
L'amore è gratuito. O non è amore.

mercoledì 25 febbraio 2009

Pensieri e parole.

E' strano.
Anzi mi sento strano.
E' come se nonostante abbia tutto, mi manchi comunque qualcosa.
E' da un po' che mi sento così, che non riesco più ad essere me stesso.
Fino in fondo.
Emergono con sempre più facilità fragilità nascoste per tanto tempo.
E mi sembra di perdere il controllo.
Di me stesso.
Di ciò che mi sta attorno.

Le cose cambiano in continuazione.
Non esiste un attimo identico al precedente.
E non abbiamo scampo.
Veniamo continuamente inglobati nel vortice degli accadimenti.
E il tentativo di divincolarci, di restare fuori, non fa altro che peggiorare le cose e spedirci sempre più in fondo.
Nell'occhio del ciclone.
Basta davvero poco.
Basta che venga a mancare una certezza e pluff...giù giù sempre più in fondo.
E il peggio non è ancora arrivato.
Perchè non hai ancora intuito cosa ti sta succedendo davvero.
Cosa ha disturbato la tua quiete.
Allora sì.
Quando tutto diventa chiaro sei costretto a fare i conti con ciò che ti tormenta.
E di nuovo non hai scampo.
Non dipende da te.
Ma avrei potuto pensarci prima.
No.
Ma avrei potuto fare qualcosa perchè non accadesse.
No.
Non avresti potuto fare prorpio nulla.
Sono cose che succedono e basta.
Anzi, basta un corno.
Una volta successe devi conviverci.
Loro continueranno a tormentarti.
E allora tutto sarebbe più facile se riuscissi ad ammettere ciò che succede.
Anzi che è già successo.
Altrimenti quel minuscolo pensiero diventerà sempre più grande.
Giorno dopo giorno.
E finirà per occupare ogni istante.
Ogni pensiero.
E non ti darà pace.
Reprimerlo è inutile.
L'unica cosa che puoi fare è accettare.

Basta.
Mi guardo allo specchio.
E dico basta.
Ora esco.
Si, esco.
E lo grido al mondo.
Anche se non è il mondo che ha bisogno di sentirlo.
E se dovesse sentirlo?
Forse finirà tutto.
Quasi sicuramente finirà tutto.
Se lo sentisse.
Ma hai il coraggio di farlo davvero?
Sì.
E se non lo avessi devo assolutamente trovarlo.

Non posso.
No, non posso continuare così.
Non posso.

E allora che sia.
E se tutto andrà al diavolo vorrà dire che ciò che è stato in realtà non era.
Era tutto finto.
Tutta apparenza.
Ma almeno avrò svelato l'arcano.
E non potrai più prendermi in giro.
Sarò triste.
Molto triste.
Non avrò più la mia felicità.
Sì, sarò triste.
Ma almeno non sarò più felice per finta.

mercoledì 30 luglio 2008

Grazie Maestro!

Domenica sera Giovanni Allevi ha suonato ad Alessandria e non potevo farmi sfuggire l'occasione. Per cui, dopo una sagra veloce, di corsa in cittadella. Spettacolare. Non sono capace di descrivere a parole le emozioni che ho provato e perciò non ci provo nemmeno. Per capire Allevi bisogna sentirlo, meglio se dal vivo perchè così puoi anche guardarlo. Puoi anche non capirci niente di musica classica tanto lui ti trasmette sempre qualcosa.
Ieri ho comprato il mio secondo spartito di Allevi, che non vedo l'ora di suonare, e già che c'ero mi sono preso anche il libro. Alla sera era già finito. Mi ha preso talmente tanto che non sono riuscito a staccarmi da quelle pagine e ho tirato dritto fino alla fine.
Una volta l'ho incontrato in metropolitana a Milano. Eravamo uno di fronte all'altro. Io lo guardavo negli occhi e nella mia mente risuonavano le sue melodie. "Lo saluto? Non lo saluto?" Lui mi guardava negli occhi e sembrava dire: "Speriamo che non mi riconosca" Fatto sta che le fermate passavano e io non ho avuto la forza di aprire bocca. Poi lui è sceso, mi sono ripreso e mi sono anche reso conto che sarei dovuto scendere 3 fermate prima. Vabbè, per Allevi questo ed altro.
Ma la prossima volta che lo incontro minimo mi faccio fare l'autografo anche se a me del suo autografo interessa poco perchè mi basta la sua musica.
Grazie Maestro.

martedì 29 luglio 2008

Il ritorno!

Uah uah! Finalmente ho finito gli easmi e posso godermi la libertà tanto desiderata! Vabbè sto lavorando alla tesi ma è tutta un'altra cosa. Ah quante cose vorrei raccontare ma sono troppe e preso dalla frenesia finirei per fare solo del casino. Quindi un po' alla volta riprenderò l'attività di blogger! E intanto si avvicinano le vacanze...

venerdì 6 giugno 2008

Ricordi...

A come armatura
B come bravura
C come canaglia che con me viene in questura

D come diamante
E come elefante
F quel furfante che domani arresterò

Con G c'è tanta gente
con H non c'è niente
Immediatamente alla elle passerò

L è l'animale
M meno male
N è Natale e tanti doni avrò

Con O abbiamo l'orco
P come Pinocchio
Q questo marmocchio che domani mangerò

R come Roma
S come strade
T tutte le strade che a Roma porteran

Uh che bella storia
V vi ho raccontato
Z ho tanto sonno e a letto me ne andrò

sotto le coperte tutte le parole
fanno capriole e una fiaba sognerò...

mercoledì 14 maggio 2008

Pausa!

Cari amici blogger e visitatori tutti, con la presente vi avviso che, per cause di forza maggiore, ho dovuto mettere in stand-by la porzione del mio cervello dedicata al blog.
A causa di alcune circostanze, vedi esami, tesi e tentativo di laurearmi il più in fretta possibile, devo concentrare tutte le mie risorse in altre zone cerebrali, che sono poche e piccole ma mangiano tanto.
Nonostante ciò cercherò di offrirvi piccoli e sintetici spunti di riflessione che spero possano stimolare le vostre menti e farci conoscere meglio. Lo faccio soprattutto per chi mi viene a trovare e per Silvia in particolare. Sarebbe una punizione troppo crudele precluderle il suo amore per la scrittura.
Al contempo, nei limiti del possibile passerò a trovarvi per leggere i vostri blog e tenterò anche di lasciare un segno della mia presenza.
Continuate quindi a passare da queste parti e partecipate numerosi.
Nella speranza di potervi dare al più presto buone nuove e essere presente con maggior intensità, auguro a tutti voi buona vita.

martedì 22 aprile 2008

Hu Qianci. La più giovane prigioniera politica della Cina.

5 mesi, occhi a mandorla e guance paffute. Passa le sue giornate con la mamma Zeng Jinyan, 24 anni, agli arresti domiciliari nel suo appartamento. In un palazzo a nord di Pechino. In un quartiere dal nome che sembra volersi prendere beffa di questa famiglia. "La città della libertà". Il papà? Il papà non lo vede più dal 27/12/2007 quando per la seconda volta è finito nelle mani della sicurezza. L'accusa? Insurrezionalismo. Non serve molto per essere accusati di insurrezionalismo in Cina. Hu Jia, questo è il nome del padre della piccola Qianci, "ha difeso i malati di AIDS e denunciato i disastri ambientali provocati dal cannibalismo industriale" come
spiega F. Cavalera in un suo articolo su Corriere della Sera Magazine. Per questo è finito in carcere già nel 2006. Per mesi la moglie non seppe più nulla di lui. Torturato fisicamente e psicologicamente. Fino a quando , sul pianerottolo di casa, non apparve uno "scheletro". Era lui, tornato nella citta della libertà. Così anche stavolta, anzi peggio. Perchè stavolta è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere. E sua moglie non può più uscire di casa. Le basta spostare leggermente la tenda per vedere sotto casa quattro uomini in divisa 24 ore su 24. Ghignano, irrispettosi e strafottenti, perchè loro hanno il potere. Una volta al giorno salgono al terzo piano e busssano alla porta della famiglia Hu. "Stai allattando? Ma lo sai che se non collabori te lo scordi di allattare la tua bimba?". Jinyan chiude la porta e va al pc. Ha deciso di scrivere un blog ma non sa che chi cerca di accedervi non trova niente altro che una pagina nera. Nera come il buio della stanza dove la piccola Qianci fa la nanna.